Isole robotizzate per il recupero dell’e-waste
Tra tutti i rifiuti, quelli elettronici costituiscono la quota con il maggior ritmo di crescita. I RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) sono sempre di più e ci mettono sempre meno ad accumularsi.
Il ciclo di vita dei nostri dispositivi è sempre più breve. L’obsolescenza programmata - ovvero la produzione di dispositivi concepiti appositamente per non durare a lungo – costa all’ambiente oltre 4 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.
Nel 2021 abbiamo superato i 57 milioni di tonnellate di e-waste e si stima che ogni anno le tonnellate aumentino di circa 2,5 milioni rispetto all’anno precedente.
Lo smaltimento di questi prodotti è estremamente complesso e pericoloso. L’utilizzo dell’automazione industriale, applicata a specifiche isole robotizzate, potrebbe essere la soluzione migliore per evitare una catastrofe ambientale.
Electronic waste: rifiuti speciali e pericolosi
Ma qual è il rischio connesso a questi rifiuti? Perché il loro smaltimento è così complesso?
I RAEE contengono metalli preziosi (oro, argento, platino e rodio solo per dirne alcuni), metalli pesanti considerati “strategici” e terre rare, di cui abbiamo già parlato a proposito dell’Intelligenza Artificiale per la ricerca mineraria.
In un’ottica di economia circolare, i RAEE costituiscono una risorsa essenziale. Moltissimi dei loro elementi potrebbero essere riciclati e utilizzati di nuovo. Recuperare questi metalli significa smettere di riempire le discariche e di investire per l’estrazione – a sua volta altamente onerosa e inquinante.
Ma i RAEE contengono anche metalli pesanti - come mercurio, cadmio e piombo – sostanze chimiche pericolose e ritardanti di fiamma. Il loro corretto smaltimento, pertanto, è assolutamente prioritario.
L’impatto sociale di questi rifiuti
L’e-waste è uno dei problemi più gravi a livello ambientale. I RAEE “avvelenano” l’ambiente in modo irreparabile, ma rappresentano anche un pericolo concreto per chi lavora, o semplicemente si trova vicino, ai centri di smaltimento.
Oltre 6 elettrodomestici su 10 non vengono smaltiti correttamente. Di questi, moltissimi prendono la via dell’imbarco illegale – meno dispendioso del recupero – soprattutto verso i paesi dell’Africa occidentale.
In Ghana esiste la più grande discarica di rifiuti elettronici al mondo. Quattro acri di spazzatura pericolosa in cui oltre 70mila persone, di cui almeno la metà minori, lavorano per recuperare i componenti di valore.
L’ambiente circostante, ovvero l’insediamento abitativo e il terreno destinato a pascolo, è completamente avvelenato dai metalli rilasciati dai dispositivi e dai roghi appiccati per bruciare le parti in plastica.
Ma se anche lo smaltimento venisse gestito correttamente, i lavoratori sarebbero esposti a un rischio chimico enorme. Se tutti questi dispositivi contengono sostanze nocive, come possiamo pensare che lavorarci a stretto contatto possa non avere conseguenze sulla salute?
Robotica industriale: quali vantaggi per la gestione dell’e-waste?
Come abbiamo appena visto, lo smaltimento manuale dell’e-waste comporta rischi molto gravi per la salute dei lavoratori.
L’automazione industriale e le isole robotizzate possono fare molto per l’intero settore, rendendo le procedure automatiche e sollevando il lavoratore dall’esposizione al rischio.
Il ruolo dell’AI
Molti dei dispositivi che si trasformano in e-waste sono assemblati da robot intelligenti. Così come questi vengono “istruiti” a montare i pezzi, si può insegnare loro a smontarli, a riconoscere le varie componenti e a trattarle in modo diverso.
Un lavoratore impiegherebbe molto più tempo per svolgere lo stesso compito e sarebbe costretto a mettere a rischio la propria salute. I robot dotati di AI, al contrario, possono facilmente compiere azioni ripetute anche complesse, una volta che hanno imparato i criteri.
T-Flexicell, l’isola robotizzata per l’e-waste
Le isole robotizzate sono già utilizzate per innumerevoli operazioni in molteplici settori, dalla moda all’aeronautica, dal comparto alimentare al farmaceutico.
L’isola robotizzata per la manipolazione T-Flexicell è la soluzione perfetta al problema della gestione dell’e-waste perché riesce a smistare e separare i diversi tipi di rifiuto elettrico ed elettronico e a indirizzarli alle relative catene di recupero successive.
È costituita da un sistema di visione, un robot antropomorfo a 6 assi, un sistema di presa meccanica di precisione e una barriera laser di sicurezza in grado di avvertire la presenza del lavoratore.
Maggiore autonomia per la massima produttività
L’isola robotizzata T-Flexicell, come abbiamo visto a proposito dei vantaggi e delle opportunità della sbavatura robotizzata, è una soluzione altamente performante e interamente personalizzabile.
A differenza del lavoratore, non conosce pause né tempi morti, lavora a ciclo continuo sulle 24h e non necessita che il lavoro venga presidiato.
È molto più precisa e affidabile rispetto all’uomo, ma soprattutto è molto più veloce. In questo modo si ha la totale ottimizzazione dei tempi e una notevole diminuzione dei costi di lavorazione.
Tutti i processi vengono monitorati: i dati di produzione vengono raccolti e amministrati per una gestione più intelligente della macchina. L’isola può essere controllata da remoto e tutte le eventuali problematiche possono essere risolte attraverso il software.
Smaltire correttamente i RAEE è fondamentale per recuperare i metalli preziosi e limitare l’impatto ambientale. Allo stesso tempo, però, si tratta di un lavoro difficile ed estremamente pericoloso.
Le isole robotizzate sono praticamente autonome e non richiedono la presenza dell’operatore. Permettono quindi di smaltire correttamente questi rifiuti proteggendo la salute dei lavoratori, con la massima efficienza e l’ottimizzazione totale di tempi e costi.