Isole robotizzate per la pelletteria
La Toscana, nostra terra di origine e dove Tera Automation ha sede, è la culla della lavorazione di accessori in pelle e cuoio. Questa longeva tradizione inizia a metà Ottocento nelle botteghe artigiane. La svolta moderna e innovativa arriva grazie a Guccio Gucci, fondatore dell’omonima casa di moda ed è grazie a questo percorso evolutivo che le isole robotizzate di ultima generazione possono davvero fare la differenza nella linea produttiva di accessori e articoli in pelle e cuoio.
Quello del pellettiere è un lavoro faticoso, frutto di conoscenza e manualità. La pelletteria fiorentina ne è la massima espressione, non a caso dagli anni ’60 è una vera icona mondiale nel mondo degli accessori in pelle. Nel tempo la tecnologia è venuta incontro a questo settore produttivo e all’industria conciaria, dove le tecniche di lavorazione si sono evolute, migliorate a livello sia qualitativo sia stilistico, senza perdere il valore dell’artigianalità.
Parlando di conceria, nei distretti italiani (Arzignano in Veneto, Solofra in Campania e Magentino in Lombardia) e in particolare nel Distretto del Cuoio e delle Pelli toscano, questo comparto è costituito soprattutto da piccole e medie imprese che producono circa il 22% delle merci in pelle e cuoio destinate ai mercati mondiali, il 65% nel quadro europeo. Scarpe, borse, indumenti, divani e molto altro destinati a 122 paesi nel mondo.
La pelletteria italiana nel mondo
Per comprendere al massimo il valore aggiunto dell’integrazione di isole robotizzate nel flusso produttivo del settore della pelletteria, è importante guardarlo nella sua dimensione internazionale. Firenze, Vicenza e Milano sono le tre provincie che occupano le prime posizioni nelle esportazioni mondiali di prodotti in pelle e cuoio.
Dopotutto stiamo parlando di città legate a doppio filo con il sistema moda e lusso, che in Toscana in particolare conta circa 22.000 imprese che producono il 28% delle esportazioni della regione. Abbiamo citato questo distretto perché più vicino a noi, ma tutti quelli del panorama italiano dimostrano una grande forza produttiva e commerciale.
Sono anche le grandi case di moda a dare il corretto impulso e valore alla produzione pellettiera nazionale, generando una richiesta di specializzazione sempre più elevata. L’aggiornamento tecnologico è la strada per rispondere a questa domanda crescente, non solo di lavorazioni specializzate, ma soprattutto di un output produttivo capace di far fronte a esigenze incalzanti da tutto il mondo.
La robotica al servizio della pelletteria
Molte aziende pellettiere italiane, seppur in grado di garantire una produzione di altissima qualità, non sempre riescono a investire per aumentare produttività e competitività. Non da meno, la pandemia 2020 ha già causato perdite oltre il 45% già nella prima metà dell’anno.
Ed ecco che l’uso dei robot industriali per la manipolazione e la lavorazione di articoli in pelle, dagli accessori moda agli arredi, è la soluzione per innovare e superare un momento estremamente difficile. Le isole robot diventano così utili sia per la gestione dei flussi di produzione, sia per assicurare standard qualitativi costanti – estremamente rigidi vista la committenza delle case di moda.
È proprio il ‘made in Italy’ a imporre la necessità di produrre lotti elevati e livelli di qualità rigidissimi.
Le smart factory diventano quindi punto di partenza per vincere la sfida della competitività a livello internazionale: articoli in pelle di qualità ineccepibile prodotti in volumi numerosi, con la garanzia di una costanza del risultato nel tempo. In fondo è questo che cercano i grandi committenti.
Pensiamo in particolare alla pelletteria del mercato luxury, che rappresenta un comparto importantissimo in Italia e che definisce regole molto severe nella qualità del prodotto. Le aziende collaboratrici vengono selezionate secondo criteri molto rigidi. I cosiddetti “terzisti” coinvolti nella produzione di articoli in pelle devono assicurare:
- Capacità produttive di grandi lotti in tempi brevi
- Capacità di gestione di picchi produttivi
- Capacità di soddisfare parametri di qualità molto rigidi
- Capacità di modificare la produzione in modo flessibile in base a nuovi design e modelli
È evidente che si tratta di un flusso produttivo non facile da gestire. E quando ciò avviene, l’automazione industriale è spesso una chiave risolutiva vincente. Ad esempio, le isole robotizzate per la manipolazione di prodotti in pelle possono assolvere operazioni come:
- Cucitura
- Incollaggio
- Applicazione di minuterie metalliche (ganci, moschettoni, borchie, ecc.…)
- Decorazione
- Applicazione di etichette e cartellini
- Confezionamento
- Controllo qualità e sorting
Per tutte le aziende che ancora stanno valutando se adottare sistemi automatizzati per la propria linea produttiva, o per parte di essa, o se integrarne di nuovi, è previsto un nuovo Credito d’Imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati nel 2020.
L’argomento è in costante aggiornamento, perciò rimandiamo alla sezione del nostro sito web specificatamente dedicata all’Industria 4.0 e alle agevolazioni fiscali a essa collegate.